venerdì, Marzo 29, 2024

Auto, in aumento le vendite in Italia nel mese di ottobre (+6,7%)

Sono state 156.851 le immatricolazioni di nuove auto in Italia a ottobre, il 6,7% in più dello stesso mese del 2018. Nei dieci mesi sono state vendute 1.624.922 vetture, con una flessione dello 0,85% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. I dati sono del ministero dei Trasporti. Il gruppo Fca ha immatricolato 33.663 auto a ottobre, l’1,93% in meno rispetto allo stesso mese del 2018. La quota scende dal 23,35 al 21,46%. Nei dieci mesi ha venduto 386.946 vetture, con una flessione del 2,57% e quota che passa dal 26,39% al 23,8%. Sono quattro i modelli Fca tra i dieci più vendute nel mese: a Panda, Ypsilon e 500X che occupano le prime tre posizioni si aggiunge la 500. Jeep in ottobre aumenta le vendite dello 0,8% grazie a Renegade e Compass e con 5.400 immatricolazioni ottiene il 3,5% di quota del mercato. Nei dieci mesi Jeep immatricola 69.800 vetture, per una quota del 4,3%. Lancia registra a ottobre 4.850 vetture, in crescita dell’8,2%, pari a una quota del 3,1%. Positivo il risultato del brand nel progressivo annuo, con 50.500 immatricolazioni, in crescita del 2,4% e una quota del 3,1%, +0,7 punti percentuali rispetto al 2018. Ypsilon continua a essere tra le più vendute in Italia e anche in ottobre è la più venduta del segmento B (14,8% di quota) ed è seconda nella classifica assoluta. Per il marchio Fiat la Panda – sia in ottobre sia nel progressivo annuo – si conferma la vettura più venduta in Italia, dominando il segmento A dove ottiene una quota del 38,8% nel mese. Sempre nella categoria delle city car, la coppia Panda e 500 (anche lei tra le ‘top ten’ del mese) permette a Fiat di raggiungere una quota del 50,6%. Mese positivo per 500L – ancora una volta la più venduta della categoria – per 500X (terza assoluta nella top ten e la più venduta del suo segmento) oltre che per Doblò (più venduto tra i multispazio) e Tipo, che nel difficile segmento C ottiene una quota del 9,5%. Sono quasi 21.500 le Fiat immatricolate in ottobre (quota 13,7%), mentre nell’annuo le registrazioni del marchio sono 244.800 (15,1%). Alfa Romeo in ottobre immatricola 1.900 vetture con una quota dell’1,2%. Buoni risultati dei due modelli di punta: Stelvio, con una quota del 14,2% è il più venduto della sua categoria, mentre Giulia è ai vertici del segmento D. Nel progressivo annuo il brand registra 21.800 vetture per una quota dell’1,3%. La crescita del mercato italiano dell’auto a ottobre, afferma il Centro Studi Promotor, “è un segnale positivo anche perché si inserisce in un quadro del mercato che nel 2019 è stato finora caratterizzato da un andamento sfavorevole”.Promotor che parla di un dato coerente con le indicazioni dell’inchiesta mensile condotta sui concessionari, che da luglio mette in luce “un graduale miglioramento del clima di fiducia degli operatori auto che a fine ottobre prevedono nel 72% dei casi mercato stabile o in aumento”. Per il Csp il mercato potrebbe chiudere sui livelli del 2018 (1.910.000 immatricolazioni) o poco più, comunque ancora al di sotto del 23,4% rispetto al massimo antecrisi del 2007. “Per superare il livello del 2018 e innescare nel 2020 una nuova fase di crescita occorre – spiega – che il Governo accantoni ogni provvedimento punitivo nei confronti delle automobili e degli automobilisti come il deplorevole tentativo di rendere ancora più aspra una persecuzione fiscale sull’auto aziendale che non trova riscontro in nessun altro paese del mondo”. “Dell’avvio di una robusta fase di crescita per il mercato dell’auto – commenta il presidente Gian Primo Quagliano – il Paese ha grande bisogno perché a causa della crisi iniziata nel 2008 e non ancora conclusa il nostro parco circolante di auto, costituito da oltre 39 milioni di unità, è fortemente invecchiato con grave pregiudizio per l’ecologia e la sicurezza. Per incidere positivamente sull’ambiente è utile immatricolare nuove auto a basso impatto, ma è assolutamente necessario eliminare le auto più vecchie favorendo con adeguati incentivi la sostituzione di auto molto datate con usate più recenti”. “In un quadro macroeconomico con persistenti incertezze sia economiche sia geopolitiche le previsioni sul mercato auto nel 2020 rischiano di dover essere rivista pesantemente al ribasso, alla luce della recente proposta del Governo di inserire nella Legge di Bilancio l’aumento, per tutti i dipendenti, del valore ai fini fiscali delle auto aziendali in fringe benefit, che potrebbe risultare raddoppiato o addirittura triplicato”. Lo afferma Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere “La proposta, vessatoria nei confronti dei dipendenti – osserva Crisci – danneggerebbe anche le aziende, già penalizzate nella competizione internazionale dai limiti solo italiani a deducibilità e detraibilità, ed escluse dal Superammortamento previsto per gli altri beni strumentali, con un impatto fortemente negativo sul mercato delle auto aziendali e sulla capacità di rinnovare il parco circolante. Già in questi giorni, infatti, si sta riscontrando il blocco degli ordinativi da parte delle aziende clienti, nell’assoluta incertezza del quadro normativo e fiscale”. “Dopo la crescita a doppia cifra di settembre, il mercato dell’auto rimane positivo nel mese di ottobre (+6,7%), anche in ragione del confronto con un ottobre 2018 in flessione (-7,4%) per via degli effetti dell’applicazione del nuovo test sulle emissioni (Wltp) a tutte le nuove auto immatricolate”. E’ il commento di Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia, che ribadisce la “contrarietà alla proposta che triplica il valore ai fini fiscali di auto e ciclomotori concessi come veicoli aziendali in uso promiscuo per la totalità dei dipendenti”. “La recente riformulazione della misura – osserva – resta comunque dannosa a 360 gradi: per i lavoratori, per le aziende e per l’intero comparto automotive, che già vive un momento di incertezza. Questa norma risulta, inoltre, in totale antitesi con le indicazioni emerse dal Tavolo Automotive dello scorso 18 ottobre al Ministero dello Sviluppo Economico, in cui si è confermata la volontà di attuare misure di accompagnamento delle imprese automotive nella riconversione industriale, attraverso disposizioni concrete ed efficaci per agevolare la transizione energetica e lo svecchiamento del parco circolante. Anfia, con le altre associazioni del settore, ha già richiesto l’immediato ritiro della proposta”.
Redazione
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