venerdì, Maggio 3, 2024

Coronavirus, l’indignazione della sottosegretaria Zampa: “Sono le stesse Regioni ad alimentare i dati e siedono con tre loro rappresentanti nella Cabina di regia che da maggio scorso lavora serenamente valutando questi numeri”

Questa polemica non la capisco”. La sottosegretaria alla Salute, la dem Sandra Zampa replica così al sospetto che ci siano due pesi e due misure nella divisione dell’Italia in tre fasce di pericolosità del virus e che siano state penalizzate le Regioni che fanno capo al centrodestra. Tanto da aggiungere: “Sono le stesse Regioni ad alimentare i dati e siedono con tre loro rappresentanti nella Cabina di regia che da maggio scorso lavora serenamente valutando questi numeri. C’e’ un rappresentante della Lombardia, uno della Campania e uno dell’Umbria: quindi ce ne sono due dell’opposizione”. E di rincalzo attacca e fa i conti: “E’ grottesco solo pensare che abbiamo bacchettato le Regioni per ragioni politiche, anche perché ci sono anche territori come la Puglia governate dal centro-sinistra”. Quanto all’accusa che i dati utilizzati siano anche vecchi, la sottosegretaria spiega: “Il report costruito sui dati della settimana precedente in base ai numeri che sono alimentati dalle stesse Regioni tiene conto di un trend in evoluzione. Perché bisogna ricordarsi che le misure di restrizione che si adottano hanno bisogno di un paio di settimane per produrre effetti. Come si è visto in Campania dove l’R-t si è stabilizzato, forse anche grazie alle misure che sono state prese a livello locale”. E rispetto al fatto che non si sia usato il nuovo report che viene pubblicato oggi, Zampa replica: “Perché era urgente intervenire e diverse Regioni avrebbero già dovuto prendere delle misure come dicono anche i nuovi dati dei contagi sempre in salita. Non mi sembra che si stia registrando una inversione di tendenza e quindi non credo che il nuovo report sposterà tanto”. Nell’intervista sul Sole 24 Ore, la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa precisa anche, a proposito del fatto che i dati regionali spesso non sono così affidabili e attendibili come dichiara lo stesso report a esempio per la Campania, che “nella Cabina di regia siede un rappresentante della Campania”. E pertanto, puntualizza, “ritengo che i tecnici abbiano valutato tutti gli aspetti e ci sono ben 21 indicatori e si fa una sintesi di questi, anche se lo stesso Brusaferro ha ammesso che i dati non siano sempre aggiornatissimi”. Sullo scontro governo-regioni per le zone rosse interviene anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri che chiarisce: “Si tratta di parametri che valutano 21 fattori. In sintesi si va a vedere qual è la capacità diagnostica sul territorio, la capacità di poter ricoverare i pazienti, quindi si valuta non solo l’andamento dell’epidemia, ma anche la risposta del sistema sul territorio. Dove c’è alto rischio è necessaria una chiusura temporanea che consenta in un paio di settimane di abbassare i numeri”. “Sono parametri numerici oggettivi – sottolinea Sileri – che non hanno nulla a che vedere con la politica, parlare di centrodestra e centrosinistra è una stupidaggine. Non vi è un colore politico è come una diagnosi del territorio. Quello che è successo oggi ad una regione, tra due settimane potrebbe accadere ad un’altra regione con un altro colore politico, dipende da questo monitoraggio”. “Ci sono delle aree notevolmente sotto pressione – aggiunge – anche all’interno della stessa regione, questo si traduce con una forte pressione sugli ospedali. Ora è il momento di risolvere le criticità nei Covid hospital, risolverle subito senza puntare il dito. Dopodiché fra 6-7 mesi, quando tutto sarà passato, punteremo il dito sugli errori e coloro che non hanno lavorato bene verranno cacciati a calci nel sedere”. Quindi, sugli effetti delle nuove misure contenute nell’ultimo Dpcm, ribadisce che “non si vedranno in tempi rapidi, servono almeno un paio di settimane. Vi saranno delle aree in cui funzionerà prima ed altre in cui magari funzionerà più tardi. Questo – dice – dipenderà dalla capacità del sistema di fare diagnosi e contact tracing. Se salta la capacità diagnostica, aumenteranno i contagi e di conseguenza le persone che vanno in ospedale e in terapia intensiva”.
Redazione
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