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L’Afghanistan si è ritirato dalla lista degli interventi al dibattito dell’Assemblea Generale Onu nella giornata conclusiva dei lavori

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Il Palazzo di vetro, sede dell'Onu a New York
L’Afghanistan si è ritirato dalla lista degli interventi al dibattito dell’Assemblea Generale Onu nella giornata conclusiva dei lavori. La portavoce del presidente dell’Assemblea Generale, Monica Grayley, ha confermato: “Abbiamo ricevuto informazioni che lo Stato membro ha ritirato la sua partecipazione al dibattito, prevista per oggi”. Secondo il programma doveva intervenire l’ambasciatore Ghulam Issaczai, nominato dall’ex presidente Ghani. I talebani però stanno tentando di cacciarlo e assumere il controllo del seggio alle Nazioni Unite.  Isaczai è l’attuale ambasciatore afghano all’Onu, ma il ministro degli Esteri talebano Amir Khan Muttaqi aveva chiesto di parlare in Assemblea Generale, oltre ad aver nominato Suhail Shaheen come nuovo rappresentante. Anche la Birmania è stata cancellata dalla lista degli interventi all’Assemblea Generale – come ha spiegato un portavoce del Palazzo di Vetro – tra le rivendicazioni rivali della giunta militare e lo spodestato governo eletto. In lista era infatti l’attuale ambasciatore birmano alle Nazioni Unite Kyaw Moe Tun – nominato dal governo di Aung San Suu Kyi – che avrebbe dovuto parlare oggi, nell’ultimo giorno di lavori. Secondo fonti diplomatiche, tuttavia, Cina, Russia e Stati Uniti hanno raggiunto un’intesa in base alla quale Mosca e Pechino non si opporranno al fatto che Kyaw Moe Tun rimanga per il momento il rappresentante birmano alle Nazioni Unite, purché non parli durante la settimana di alto livello. Le tre potenze fanno parte della commissione di nove membri che valuta le credenziali, nominata all’inizio di ogni sessione dell’Assemblea Generale e che generalmente non si riunisce fino a ottobre o novembre. La giunta militare ha proposto il veterano militare Aung Thurein come inviato delle Nazioni Unite, mentre Kyaw Moe Tun ha chiesto di rinnovare il suo accredito.

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