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La banca svizzera Credit Suisse nella bufera: 18mila conti fanno riferimento ad attività criminali

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La banca svizzera Credit Suisse nella bufera. Secondo un’inchiesta condotta dall’Organized Crime and Corruption Reporting Project (Occrp), consorzio di 47 media internazionale che include testate come “Le Monde”, “The Guardian” e “Miami Herald”, avrebbe gestito almeno 18mila conti che fanno riferimento ad attività criminali, violazioni dei diritti umani o soggetti sottoposti a sanzioni. Le informazioni fanno riferimento a conti e depositi di importo complessivo superiore a 100 miliardi di dollari, ospitati dall’istituto tra gli anni Quaranta del secolo scorso e la fine degli anni 2010. I dettagli dei conti collegati a 30.000 clienti internazionali della banca svizzera sono contenuti nei nuovi leaks finiti nelle mani del consorzio di media a cui è stato concesso l’accesso esclusivo ai dati. Credit Suisse ha replicato che le rigide leggi sul segreto bancario della Svizzera le hanno impedito di commentare affermazioni relative a singoli clienti. “Credit Suisse respinge fermamente le accuse e le deduzioni sulle presunte pratiche commerciali della banca”, ha affermato la banca in una nota, sostenendo che le questioni scoperte dai giornalisti si basa n o su “informazioni selettive estrapolate dal contesto, che danno luogo a interpretazioni tendenziose dell’attività svolta dalla banca”.  L’istituto ha anche affermato che le accuse erano in gran parte relative al passato, in alcuni casi risalenti a un’epoca in cui “le leggi, le pratiche e le aspettative degli istituti finanziari erano molto diverse”.  Anche se alcuni conti nei dati fossero aperti già negli anni’40, puntualizza però The Guardian, più di due terzi sono stati aperti dal 2000. Molti di questi erano ancora aperti nell’ultimo decennio e una parte rimane aperta oggi.

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