mercoledì, Maggio 15, 2024

Gran Bretagna, l’Economist attacca duramente la premier Liz Truss: “La sua reputazione non è recuperabile”

Sono giorni difficili per l’economia e il futuro delle pensioni del Regno Unito. Dopo che per la seconda volta in una settimana la banca centrale d’Inghilterra è dovuta intervenire d’urgenza, ampliando il programma di acquisto delle obbligazioni nel tentativo di prevenire una spirale di vendita forzata dei fondi pensione, arrivano le dichiarazioni della vice premier Therese Coffey: “Sono assolutamente convinta che le pensioni non siano a rischio”. Ma sono parole che non tranquillizzano, come dovrebbero o vorrebbero, i mercati e ieri la sterlina è crollata nuovamente quando il governatore della banca ha dichiarato che gli acquisti sarebbero terminati, come previsto, domani. The Economist non risparmia le critiche al governo di Liz Truss, incolpata dal quotidiano finanziario della estrema volatilità della situazione attuale: “La sua reputazione non è recuperabile. A prescindere da quanto resterà a Downing Street – si legge in uno dei due articoli critici pubblicati oggi – lei sarà ricordata come il primo ministro che per meno tempo in assoluto ha avuto potere nella Storia della politica britannica”. Se consideriamo che l’insediamento di Liz Truss è avvenuto il 6 settembre e si esclude il lungo periodo di lutto nazionale per la morte della regina, nei soli primi sette giorni effettivi di governo, il nuovo primo ministro ha prodotto un danno – secondo il giornale – “irreparabile”. Intanto il governo britannico fa sapere di star portando avanti una “azione decisiva” contro il caro bollette e per ridurre il carico fiscale più alto degli ultimi 70 anni. Così la premier conservatrice Liz Truss ha difeso l’operato del suo esecutivo durante il primo Question Time alla Camera dei Comuni dopo il caos economico (avvenuto in un periodo di pausa dei lavori a Westminster) prodotto dai contraccolpi della mini-manovra presentata il 23 settembre. Truss ha aggiunto: “Come risultato della nostra azione vedremo una crescita maggiore e una minore inflazione”. Secondo il giornale britannico il supporto alla manovra del cancelliere Kwarteng, che puntava a un taglio delle tasse senza alcuna specifica su dove prendere le risorse economiche, e il promesso aiuto per pagare le bollette dell’energia, anche questo senza copertura specifica, sarebbero la pietra tombale della sua reputazione. L’Institute for Fiscal Studies ritiene che il governo debba trovare risparmi per un valore di circa 60 miliardi di  sterline per colmare i buchi creati dai tagli alle tasse, dall’aumento dei costi degli interessi del debito e dal deterioramento delle prospettive economiche. Secondo l’istituto, tagliare trasversalmente la spesa pubblica tutta del 15%, come paventato da alcuni, porterebbe solo una minima entrata economica rispetto all’enorme debito. “Questo non è un problema creato dalla banca centrale ma dal governo. I passi compiuti finora da Truss e Kwarteng non hanno prodotto risultati efficaci per recuperare la fiducia e non li produrranno mai”, sentenzia l’Economist. Quando David Cameron era alla guida di Downing Street, nel 2010 – ricorda il quotidiano finanziario –  i Tory si erano potuti  permettere un lungo periodo di cosiddetta austerity perché potevano incolpare i governi laburisti precedenti per lo stato delle finanze. Oggi i tempi sono completamente diversi: dopo la pandemia la situazione internazionale ha subito un duro colpo con la guerra in Ucraina e l’inflazione e l’aumento dei costi energetici già colpiscono pesantemente le tasche dei cittadini. “The prime minister is trapped”. La premier, insomma, è in trappola. A meno che entro il 31 ottobre non avvenga un piccolo miracolo. Ma fintanto che si atterranno “ai tagli fiscali, promettendo dividendi di crescita non plausibili e tagli di spesa non specificati sostenendo che i rendimenti dei titoli di Stato stanno aumentando ovunque, confermeranno il verdetto dei mercati che la Gran Bretagna è ora una nazione a cui concedere prestiti è pericoloso”. Un nuovo periodo di austerità, per coprire l’alleggerimento fiscale di chi è più abbiente, è qualcosa di cui Truss si vedrà accusare direttamente. Dopo 12 anni di governi conservatori, non potrà addossare su alcun avversario politico la colpa. È inoltre certo che, molti dei suoi, alla Camera dei Comuni, non la seguiranno su questo sentiero se si ostinerà a voler tirare dritta.
Redazione
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