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lunedì, Ottobre 7, 2024

Usa, Salman Rushdie ha perso la vista da un occhio e l’uso di una mano dopo la feroce aggressione a coltellate subita due mesi fa

Salman Rushdie ha perso la vista da un occhio e l’uso di una mano, dopo la feroce aggressione a coltellate subita due mesi fa, sul palco del festival letterario della Chautauqua Institution, nello stato di New York. A rivelarlo il suo agente, in una intervista al Pais. Lo scrittore 75enne – candidato al premio Nobel – aveva ricevuto minacce di morte dall’Iran negli anni ’80 dopo la fatwa dell’ayatollah Khomeini per il suo libro “Versetti satanici”. Il 12 agosto scorso l’attacco di uno sconosciuto a causa del quale ha rischiato di morire.
Un lupo solitario radicalizzato
L’attentatore, il 24enne Hadi Matar, si è dichiarato non colpevole e ha sostenuto di aver tentato di uccidere lo scrittore perché “ha attaccato l’Islam con la sua opera”, di cui però ha ammesso di aver letto ben poco. Secondo le prime indagini si tratterebbe di un cosiddetto lupo solitario, che si sarebbe radicalizzato da solo.
I dettagli a due mesi dall’aggressione
“Le sue ferite sono profonde ma ha perso anche la vista da un occhio”, così ad El Pais Andrew Wylie, considerato il più potente agente letterario del mondo, con un portafoglio che comprende Borges, Camus, Bellow, Brodsky,  Kundera, Pamuk, Sontag e gli italiani Bassani, Calvino. “Aveva tre ferite gravi sul collo. Una mano è immobilizzata perché i nervi sul braccio sono stati recisi. E ha un’altra quindicina di ferite sul petto e sul torso”. L’agente si è rifiutato di dire se lo scrittore sia ancora in ospedale per tutela della sua incolumità: “Non posso dare informazioni su dove si trovi. Vivrà e questa è la cosa più importante”.
La “Fatwa” in vigore da più di quarant’anni
“Penso che l’attacco – così Wylie – sia stato probabilmente qualcosa di cui io e Salman abbiamo discusso in passato, ossia che il principale pericolo da lui corso per molti anni dopo la fatwa era quello di una persona a caso che sbuca dal nulla e lo attacca: non ci si può proteggere da una cosa del genere”. Ha concluso l’agente dello scrittore. Salman Rushdie – nato nel 1947 a Bombay, in India – divenne famoso per il libro “maledetto” “Versetti satanici”, che aveva infiammato il mondo musulmano a tal punto che nel 1989 venne chiesto il suo assassinio con una “fatwa”, quando l’Ayatollah Khomeini – guida suprema dell’Iran e autorità per tutti i musulmani sciiti – emise la fatwa chiedendo la morte non solo di Rushdie, ma anche dei suoi editori. “Invito tutti i valorosi musulmani, ovunque si trovino nel mondo, ad ucciderli senza indugio, in modo che nessuno oserà d’ora in poi insultare le sacre credenze dei musulmani”, dichiarò Khomeini all’epoca. Fatwa che è ancora in vigore.
Redazione
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