giovedì, Marzo 28, 2024

La Manovra del governo Meloni dovrebbe prevedere misure per 30-32 miliardi di euro

La Manovra del governo Meloni dovrebbe prevedere misure per 30-32 miliardi di euro. È quanto emerge dalle ultime riunioni in vista del Cdm di lunedì, in cui è atteso il varo della Legge di bilancio. L’esecutivo sta ragionando sulla possibilità di una sanatoria per il rientro dei capitali all’estero, che potrebbe portare nelle casse dello Stato altri 3-5 miliardi, secondo le prime ipotesi di stima. Un cardine della Manovra, spiegano fonti vicine al dossier, sarà la rivisitazione della norma sulla tassazione degli extra-profitti, con un’aliquota non ancora definita che potrebbe essere del 33%. Probabilmente saranno prorogate anche le misure contro il caro energia.
Le risorse
Le cifre, al momento, sono comunque suscettibili di variazione: il complesso degli interventi per il 2023 dovrebbe ammontare intorno ai 30 miliardi di euro, ma tutto dipenderà dalle risorse per le coperture che sarà possibile reperire. Di certo sono sul piatto i 21 miliardi di euro che derivano dal quadro programmatico della Nadef (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza), in cui il rapporto deficit/Pil per il prossimo anno è stato portato al 4,5%, contro il 3,4% a livello tendenziale. Le altre risorse arriveranno probabilmente dalla tassa sugli extraprofitti dell’energia, per la quale è allo studio una modifica che recepisca il regolamento europeo in materia, da altre misure fiscali come la rivalutazione di terreni e partecipazioni, il ridimensionamento delle detrazioni sopra una certa soglia di reddito, la possibile riedizione della voluntary disclosure per l’emersione dei capitali portati illegalmente all’estero, e da interventi sulla spesa tra cui la spending review dei ministeri (che nel 2023 ammonterebbe a 800 milioni di euro per poi aumentare negli anni successivi) e la minore spesa fiscale che si ricaverà dalla rimodulazione del superbonus sulle ristrutturazioni edilizie dal 110% al 90%.
Tregua fiscale
Ormai certa anche la cosiddetta tregua fiscale (che nei primi anni si traduce in un costo per il bilancio dello Stato), per agevolare i contribuenti che hanno ricevuto cartelle esattoriali a regolarizzare la loro posizione con il fisco. La misura sarà modulata a seconda della cifra ma, come ha più volte spiegato il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, le cartelle fino a 1.000 euro saranno cancellate.
Caro energia
Non sarà invece probabilmente possibile, in una prima fase, utilizzare i fondi strutturali europei per finanziare misure a sostegno di famiglie e imprese contro il caro energia. È necessaria infatti una modifica normativa a livello europeo che consenta l’impiego delle risorse a quello scopo, come è avvenuto per gli interventi necessari per fronteggiare gli effetti del Covid-19. Nel ddl di bilancio dovrebbe comunque essere prevista una norma programmatica che consenta l’impiego dei fondi europei una volta ottenuto il via libera dall’Europa. Per sostenere famiglie e imprese di fronte al caro energia, il ddl di bilancio prevederà una ulteriore proroga delle misure già in vigore nell’anno in corso, come il credito di imposta sugli acquisti di energia elettrica e gas effettuati dalle imprese, l’azzeramento degli oneri di sistema sulle bollette, la riduzione delle accise sui carburanti.
Cuneo fiscale
Per quanto riguarda il cuneo fiscale, è certa la proroga del taglio del 2% dei contributi che versano i lavoratori introdotto dal governo Draghi e che altrimenti scadrebbe a fine anno, taglio che interessa i redditi fino a 35.000 euro. Allo studio l’ipotesi di incrementare la riduzione dei contributi portandola al 5% e si sta anche valutando la sua ripartizione, se farla ricadere per due terzi sulla quota a carico dei lavoratori e un terzo sulle
imprese o viceversa.
Flat tax
Per i lavoratori autonomi è ormai certo l’innalzamento dagli attuali 65.000 euro a 85.000 euro della soglia di fatturato per rientrare nel regime forfetario con il versamento della tassa piatta al 15% e semplificazioni degli adempimenti. Per i lavoratori dipendenti potrebbe invece essere introdotta, in via sperimentale per un anno, la flat tax incrementale, che si applicherebbe sull’aumento di reddito registrato nel 2023 rispetto al maggior reddito dei tre anni precedenti.
Tetto al contante
In merito al nuovo tetto al contante a 5.000 euro, che non compare più nell’ultima bozza del dl Aiuti quater, la Lega ha assicurato che sarà nella prossima manovra. “Nessun problema: dal 1 gennaio 2023 il tetto per l’uso del contante salirà a 5mila euro. La norma sarà inserita nella Legge di Bilancio”, afferma il partito di Matteo Salvini.
Reddito di cittadinanza
Una sterzata netta è in arrivo sul reddito di cittadinanza, che consentirà anche di recuperare risorse. Della misura di bandiera del governo Conte I, dovrebbe essere conservata la funzione assistenzialistica per chi non può lavorare, puntando a un limite temporale per chi è invece abile al lavoro: 18 mesi di reddito con sei mesi di stop da dedicare alla formazione in vista del reinserimento lavorativo, poi un décalage di 12 mesi.
Pensioni
Anche in tema di pensioni, la maggioranza vuole voltare pagina: addio legge Fornero, da gennaio partirà quota 41 (gli anni di contributi), con 61 o 62 anni di età. La combinazione saràvalida solo per il 2023, come misura ponte verso la riforma organica che il governo prevede di realizzare il prossimo anno.
Ponte sullo Stretto
Sarà riattivata la società Stretto di Messina spa, costituita nel 1981 per progettare, realizzare e gestire il ponte fra Calabria e Sicilia, che dal 2007 è controllata da Anas e dal 2013 è stata posta in liquidazione. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, lo ha definito il primo atto verso la costruzione della campata unica di 3,3 chilometri. L’obiettivo, ha spiegato, è “partire con i lavori nell’arco di due anni” e il 5 dicembre il leader leghista sarà a Bruxelles “per chiedere che l’Europa partecipi al finanziamento di un progetto che è europeo: quella non è la Messina-Reggio Calabria ma la Palermo-Berlino”.
Redazione
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