venerdì, Marzo 29, 2024

Roma, Residenza a chi occupa le case, Movimenti in protesta: “Gualteri non cambi idea”

“Se il Comune deciderà di risolvere tutto dentro un tavolo tecnico con Governo e prefetto, che consideriamo irricevibile, dovrà fare i conti con noi. Non sarebbe accettata in nessun modo una mediazione in questo senso. Il passo indietro del sindaco non ci può essere. Devono parlare con la città e non rinchiudersi a discutere tra loro”. I Movimenti per il diritto all’abitare sono pronti alla battaglia contro il neoprefetto di Roma, Bruno Frattasi e, se necessario, anche contro il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, sullo stop posto dalla Prefettura alla direttiva del primo cittadino che permette la concessione della residenza e l’allaccio delle utenze a chi occupa senza titolo, derogando all’art.5 della legge Lupi. La scorsa settimana Frattasi ha convocato Roma Capitale e congelato il provvedimento, istituendo un tavolo tecnico per correggere quell’atto. Una decisione che ha prodotto la protesta dei Movimenti sotto la Prefettura di Roma. Una piccola delegazione, in rappresentanza delle circa 200 persone presenti in piazza Santi Apostoli, salirà a parlare col prefetto di Roma. “Il messaggio mandato da Frattasi è che la platea che può derogare all’art.5 è troppo larga, quel limite di reddito di 21mila euro (il tetto massimo per potere richiedere una casa popolare, ndr) non va bene secondo lui. Per noi la direttiva è in vigore e va utilizzata. Se verrà modificata noi dentro questa città non resteremo in silenzio– ha spiegato Paolo Di Vetta– Chiederemo un incontro anche al sindaco: non deve fare un passo indietro sulla direttiva. Perché è un atto di civiltà che si deve riverberare anche a livello nazionale, significherebbe che i poveri sono ancora oggetto di attenzione della politica. La direttiva del sindaco ha una sua forza e coraggio rilevanti, alla luce della finanziaria varata ieri dal governo Meloni dove è sempre più chiara la guerra ai poveri. Meloni ci ha detto che non ha paura delle piazze ma noi non abbiamo paura di lei”. L’attuale direttiva impatterebbe, secondo i Movimenti “su 30mila nuclei familiari, cioè su quasi tutte le persone occupanti”, mentre se venisse rimosso il tetto reddituale dei 21mila euro “si scenderebbe a 5mila nuclei, lasciando fuori ad esempio quelli senza figli o le persone singole”. La preoccupazione dei manifestanti è che “la riforma di questa direttiva sarà l’anticamera di una nuova stagione di sgomberi che non possiamo tollerare- ha continuato Di Vetta- L’attuale ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, quando fino a pochi giorni fa è stato prefetto di questa città aveva gestito soluzioni in 5 stabili occupati senza l’uso della forza pubblica ma dando alloggio a chi aveva diritto a una casa popolare. Cosa sta facendo ora Piantedosi? Chi vuole cambiare la direttiva di Gualtieri dovrà fare i conti con questo movimento”. Un messaggio chiaro è stato inviato anche a tutti quei consiglieri comunali che, votando una mozione la scorsa estate, aprirono la strada alla direttiva Gualtieri e all’assessore capitolino con delega all’Anagrafe, Andrea Catarci: “Auspico che i consiglieri comunali che si sono battuti su questo, i Municipi, le anagrafi, l’assessore Catarci che ancora abbiamo visto in silenzio sull’art. 5 prendano la parola. Vogliamo sentirli parlare oppure il sindaco avrà solo questo popolo a sostenere questa direttiva”. Andrea Alzetta di Spin Time Lab ha ricordato che “la deroga all’articolo 5 è prevista dalla stessa legge, il prefetto non può fare politica e sta facendo una cosa che è contro la legge. Il sindaco e i presidenti di Municipio imbocchino la strada che restituisca dignità ai poveri”. (Fonte: Agenzia Dire, www.dire.it)
Redazione
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