venerdì, Marzo 29, 2024

Salone del libro di Torino: È ancora stallo sul nome del nuovo direttore dopo il rifiuto di Paolo Giordano

È ancora stallo sul nome del nuovo direttore del Salone del Libro di Torino. La scelta del successore di Nicola Lagioia ha scatenato una bufera dopo aver constatato l’impossibilità di arrivare a un nome da condividere, quasi all’unanimità, con l’associazione “Torino, la Città del Libro”, proprietaria del marchio. Questa stasi indispettisce i 53 candidati a cui è stato sottolineato di non avere il profilo a cui affidare il Salone e lascia molti punti interrogativi. Lo scrittore Paolo Giordano, autore de “La solitudine dei numeri primi”, identificato come candidato ideale per il ruolo, ha rifiutato la direzione della kermesse letteraria di Torino spiegando di aver avuto richieste specifiche di inserire alcuni nomi nel comitato editoriale del Salone.   “La destra meloniana, che non è il berlusconismo, rispetto alla cultura ha un desiderio di controllo piuttosto importante”, dice Silvia Barbagallo, per dodici anni direttrice artistica della “Fiera Più libri più liberi”, che da oltre vent’anni organizza i palinsesti culturali di festival e fiere, e candidata tra i 53 che hanno risposto alla chiamata per individuare il nuovo direttore del “Salone del Libro” di Torino dopo Nicola Lagioia.  Silvia Barbagallo, dopo il no di Paolo Giordano, ricorda di aver vissuto una situazione di “censura” in occasione del “Festival degli Incontri” per il decennale del “Festival dell’Aquila” nel 2019. “Il rischio che vedo in queste ore sul ‘Salone del Libro’ di Torino è anche un po’ questo. Anche se Giordano non ha subito una censura, ma si è reso conto che i confini erano stretti” sottolinea la Barbagallo che dichiara che “il nome del prossimo direttore del ‘Salone del Libro’ deve essere ben voluto da troppe parti”. Intanto, è stato presentato il programma della 35ª edizione della manifestazione, dal 18 al 22 maggio, che ha come tema “Attraverso lo specchio”: un richiamo ad Alice nel Paese delle Meraviglie e a Narciso. La scrittrice bielorussa Svetlana Aleksievič inaugurerà la manifestazione e c’è stata una parola, più delle altre, ripetuta dal direttore in scadenza, Nicola Lagioia: indipendenza.  “Il festival è sempre stato indipendente, caratteristica che è anche di Torino e del Piemonte. Io fossi in voi me la terrei stretta. E sono convinto che Alberto Cirio e Stefano Lo Russo siano d’accordo con me”, dice Lagioia rivolgendosi al presidente della Regione e al sindaco di Torino. L’indipendenza “io me la sono guadagnata – aggiunge – cercando di avere rapporti costruttivi con tutti e riuscire a comporre tante voci diverse”. E proprio dalla regione, a guida centrodestra, arriva una precisazione: “Abbiamo appreso che la procedura individuata per la designazione del futuro direttore del Salone del libro è stata dichiarata chiusa, in quanto non ha prodotto i risultati attesi, e di questo ci rammarichiamo”. La Regione “esclude che questa situazione di stallo sia dovuta a un tentativo di politicizzare il Salone prova ne sia che proprio la Regione, in sede di Comitato direttivo, ha proposto per la direzione Elena Loewenthal e Gianni Oliva, nomi come noto di area politica ben diversa da quella del governo regionale, ma scelti per i loro indiscutibili meriti personali e professionali. Purtroppo la nostra proposta non è stata accolta dai privati”. Silvio Viale, presidente dell’associazione “Torino, la Città del Libro”, dal canto suo tiene a precisare: “Noi siamo i proprietari”, per rispondere anche alle parole di Elena Loewenthal, scrittrice e traduttrice, che aveva sottolineato come i privati si debbano occupare “solo della parte commerciale”. Viale chiarisce: “In questi giorni ho letto alcune inesattezze e per questo mi piacerebbe ricordare la cronistoria che ci ha portati fin qui. Nel 2018 la Fondazione del Salone del Libro è andata in liquidazione, noi come privati e fornitori avevamo un credito nei confronti della kermesse, e in accordo con le istituzioni e le fondazioni bancarie siamo diventati proprietari del Salone. Credo che non ci sia nulla di più pluralista del Salone del Libro, proprio per via del suo modello organizzativo”. E l’attesa per il nuovo direttore continua dopo la delusione, in primis, dell’associazione per il garbato no di Giordano che “continua a essere per noi il candidato ideale per la sua levatura intellettuale, la sua conoscenza del panorama editoriale nazionale, per lo sguardo attento alle trasformazioni della contemporaneità”, ha insistito l’associazione di editori e organizzatori presieduta da Guido Viale.
Redazione
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