Sono terminate le procedure di sbarco dei 339 migranti arrivati questa mattina nel porto di Brindisi a bordo della nave Geo Barents di Medici senza frontiere. La nave aveva salvato pochi giorni fa nel Mar Mediterraneo 440 migranti, 100 dei quali erano già stati trasferiti su una nave della Guardia costiera italiana al largo della Sicilia. Un altro migrante era stato evacuato con un elicottero a causa delle precarie condizioni di salute. I migranti, riferisce l’Ong, provengono da Siria, Pakistan, Bangladesh, Egitto, Somalia e Sri Lanka. Ci sono a bordo 24 minori non accompagnati. Secondo fonti sanitarie ci sarebbero tre persone con alcune fratture sospette, mentre altri migranti presenterebbero segni di ustioni. La nave ha tratto in salvo i migranti dopo una segnalazione arrivata da Alarm Phone relativa a una imbarcazione in difficoltà. Le operazioni di soccorso erano state rese difficili a causa delle condizioni meteo. Uno dei bimbi sbarcati dalla Geo Barents a Brindisi ha chiesto con insistenza agli operatori di Medici senza frontiere se avrebbe mangiato la pizza. “Mangerò la pizza? Ditemi che in Italia mangerò pizza tutti i giorni“, ha ripetuto più volte il bimbo in inglese. Secondo quanto riferito da Msf, prima del recupero i migranti sono rimasti quattro giorno in mare, gli ultimi due senza cibo né acqua. “Siamo pronti ad assicurare la migliore accoglienza ai migranti” ha detto la prefetta di Brindisi Michela La Iacona, incontrando i giornalisti nel porto. I 24 minori non accompagnati resteranno a Brindisi, insieme ad altri adulti. Gli altri migranti saranno smistati in diversi centri già individuati dal ministero dell’Interno tra Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Secondo quanto riferito dalla prefetta, tra i migranti arrivati anche nuclei famigliari ed eventuali minori non accompagnati di età inferiore ai 14 anni che verranno accolti da strutture che sono già state individuate dal Comune. “La questura – ha spiegato La Iacona – ha aumentato le postazioni del foto segnalamento per l’identificazione per accelerare al massimo le operazioni e fare in modo che i migranti raggiungano le destinazioni dei centri di accoglienza il prima possibile”. Due donne di circa 20 anni hanno riferito di avere subito violenza sessuale e torture nei centri di detenzione libici, lo hanno raccontato ai medici saliti a bordo della nave per controllare le condizioni di salute dei 339 migranti. Tra i bambini alcuni avrebbero patologie cardiache. Accertati alcuni casi di scabbia. “Sappiamo che ci sono state torture con bruciature ed elettroshock. Per cinque giorni i migranti non avevano nulla da mangiare, solo qualche bustina di datteri“, hanno riferito i responsabili di Medici senza frontiere a Brindisi. “Dopo aver fatto il salvataggio in mare – aggiunge Msf- abbiamo fatto un’evacuazione medica di una persona che se fosse rimasta a bordo avrebbe rischiato di morire. Quando ès tata soccorso era priva di sensi. E’ venuto un elicottero per l’evacuazione. Le persone viaggiavano in una condizione davvero precaria”. Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi di Medici senza frontiere, spiega che è “stato un soccorso molto complesso in acque internazionali, durato oltre 12 ore. Il barcone stava navigando in mezzo alla tempesta da vari giorni. La prima notte non è stato possibile fare alcun soccorso perché c’erano onde di quattro metri e mezzo e vento di quaranta nodi”. “Tra l’altro -aggiunge – si è rotto anche un gommone, abbiamo dovuto procedere solo con uno. E’ stato molto complicato ma per fortuna siamo riusciti a mettere in salvo tutte le persone che erano a bordo in quel momento”.