venerdì, Maggio 3, 2024

Libertà religiosa nel mondo: “Violata in un Paese su tre”

In un Paese su tre nel mondo, la libertà religiosa è un miraggio. L’Africa è il continente dove si è più perseguiti per la fede. Maglia nera anche per Cina e Corea del Nord. L’allarme arriva dal Rapporto 2023 sulla libertà sulla religiosa nel mondo, presentato dalla Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), che denuncia come le minacce contro questo diritto siano sempre più gravi.
I dati del Rapporto Acs Secondo il Rapporto Acs, tra i 61 Paesi dove non c’è sostanzialmente il pieno diritto a praticare la propria fede, 49 sono quelli in cui è il governo a perseguitare i propri cittadini per motivi religiosi, con scarsa reazione da parte della comunità internazionale. Tra questi Paesi, 28 sono ritenuti “Paesi caldi”: si tratta dei luoghi più pericolosi al mondo per chi segue una fede religiosa. In altri 33 Stati i livelli di discriminazione sono elevati. Rispetto al precedente Rapporto, dice il direttore di Acs-Italia Alessandro Monteduro, “la persecuzione è peggiorata, e l’impunità dei persecutori è più diffusa”. In particolare, la situazione si è aggravata in 47 Paesi, ed è migliorata solo in nove di essi.
A rischio 307 milioni di fedeli”Le comunità religiose minoritarie si trovano in una situazione sempre più drammatica; in alcuni casi – spiega il direttore di Acs-Italia Alessandro Monteduro – sono a rischio estinzione a causa di una combinazione di azioni terroristiche, attacchi al patrimonio culturale e misure più subdole come la proliferazione delle leggi anti-conversione, la manipolazione delle regole elettorali e le restrizioni finanziarie. Ci sono tuttavia anche casi di comunità religiose maggioritarie perseguitate, come in Nicaragua e Nigeria”. Il totale dei cristiani che vivono in Paesi dove la libertà religiosa non è rispettata è pari a oltre 307 milioni di fedeli. Nel rapporto Acs si specifica che “l’impunità è diventata una costante in tutto il mondo e in 36 Paesi gli aggressori sono perseguiti raramente, o addirittura mai, per i loro crimini. A questo fenomeno dell’impunità contribuisce il silenzio della comunità internazionale nei confronti di regimi ritenuti strategicamente importanti per l’Occidente, come Cina e India”. Quest’anno, per la prima volta, tra i Paesi con i più alti livelli di violazioni compare anche il Nicaragua. Tra i Paesi a più alto rischio per la libertà religiosa, oltre ad Africa, Cina e Corea del Nord, il Rapporto Acs presta attenzione anche all’India, dove i livelli di persecuzione sono in aumento. Gli episodi di conversioni religiose forzate, rapimenti e violenze sessuali rimangono largamente ignorati dalle forze dell’ordine e dalle autorità giudiziarie locali anche in Pakistan, dove giovani cristiane e indù vengono spesso rapite e sottoposte a matrimoni forzati. Il Rapporto di Acs denuncia anche “i crescenti limiti alla libertà di pensiero, coscienza e religione nei Paesi che appartengono all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. L’Occidente è passato da un clima di “persecuzione educata” a una diffusa “cultura dell’annullamento”, sottolinea il Rapporto citando come esempio episodi accaduti in Finlandia, Canada e nel Regno Unito. “Ci sono anche alcuni fenomeni positivi, ad esempio l’aumento delle iniziative di dialogo interreligioso”, conclude il Rapporto.

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