sabato, Giugno 21, 2025

Sudan, Onu: 57 donne e ragazze hanno subito violenza sessuale da inizio conflitto

I responsabili di alcune agenzie dell’ONU – OCHA, UNHCR, UNICEF, UNFPA e OMS – esprimono “sconcerto e condanna” per i crescenti casi di violenza sessuale in Sudan.  Nel Paese, dopo il referendum che ha sancito la secessione del Sudan del Sud, sono cresciuti i casi di donne e ragazze sfollate e rifugiate. I funzionari delle agenzie chiedono la fine degli abusi utilizzati come “tattica di guerra per terrorizzare le persone”.

La crisi in Sudan

“Auspichiamo indagini rapide, approfondite, imparziali e indipendenti su tutte le presunte gravi violazioni e abusi dei diritti umani e gravi violazioni del diritto internazionale umanitario. I responsabili devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni” dichiarano i rappresentanti. Tutte le parti sono invitate a rispettare i loro obblighi in materia di diritto internazionale umanitario e dei diritti umani per proteggere i civili, comprese le donne e le ragazze, consentendo un passaggio sicuro ai sopravvissuti per accedere all’assistenza sanitaria e agli operatori sanitari per raggiungere le strutture sanitarie.

“Si tratta di una violazione dei diritti umani” – 

Catherine Russell, direttrice generale dell’UNICEF, afferma: “Stiamo assistendo ancora una volta a un aumento di orribili violenze sessuali durante i periodi di crisi. Si tratta di una violazione dei diritti umani pervasiva, ma troppo spesso nascosta, che può avere impatti fisici e mentali devastanti a lungo termine sui sopravvissuti. È fondamentale progettare piani di prevenzione e risposta che mettano al centro le esigenze delle donne, delle ragazze e di tutti i sopravvissuti”. I responsabili di OCHA, UNHCR, UNICEF, UNFPA e OMS hanno inoltre ricordato “la necessità di ampliare celermente i servizi di risposta e prevenzione alla violenza di genere in Sudan e nei paesi vicini, dove tutti coloro in fuga dalle violenze hanno trovato sicurezza come rifugiati, per rispondere ai crescenti bisogni”. Da aprile, vanno avanti in Sudan scontri tra l’esercito regolare sudanese, comandato dal presidente del paese, il generale Abdel Fattah al Burhan, e il gruppo militare Rapid Support Forces (RSF), un esercito parallelo che conta tra i 70 e i 100 mila membri. La milizia è guidato dal generale Mohamed Hamdan Dagalo, noto anche come Hemedti, che punta a ottenere il controllo del Paese. Dopo la fine del regime di Omar al Bashir, nell’ottobre del 2019, con un colpo di stato due anni dopo, Burhan e Dagalo avevano unito le forze per rovesciare il governo civile, instaurando una nuova dittatura militare. Da allora il paese è governato da una giunta militare chiamata Consiglio Sovrano, di cui Burhan è il capo e Dagalo il secondo in comando. “Più di 4 milioni di donne e ragazze in Sudan sono a rischio di violenza di genere, compresa la violenza nelle relazioni di coppia”, afferma la stima delle Nazioni Unite. Dall’inizio dei combattimenti in aprile, l’Ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite in Sudan ha ricevuto notizie di 21 episodi di violenza sessuale legata al conflitto, contro almeno 57 donne e ragazze. Le vittime comprendono almeno 10 ragazze. In un caso, circa 20 donne sarebbero state stuprate nello stesso attacco.

I casi a Khartoum e in Darfur

L’Unita’ per combattere le violenza contro le donne sotto il ministero dello Sviluppo sociale del Sudan continua a ricevere notizie di violenza sessuale legata al conflitto. Sono stati certificati almeno 42 presunti casi nella capitale Khartoum e 46 nella regione del Darfur. Il numero reale di casi, sottolineano le Nazioni Unite, è senza dubbio molto più alto. 

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