venerdì, Maggio 23, 2025

Omicidio Piscitelli, il fratello: “Era tranquillo il giorno del delitto”

“Ho sentito Fabrizio un’ora e un quarto prima dell’omicidio. Era tranquillo, contento di andare a Ponza per una festa”, racconta il fratello di Fabrizio Piscitelli nell’aula bunker di RebibbiaAd Anzio, a prendere la barca, quel venerdì 7 agosto del 2019, il capo ultrà della Lazio non arriverà mai. Verrà ucciso su una panchina del Parco degli Acquedotti, al Tuscolano, con un colpo di pistola in testa. A premere il grilletto con metodo mafioso tra l’altro – secondo la Procura di Roma – sarebbe stato un “killer professionista”, quel Raul Esteban Calderon, unico imputato per il delitto di “Diabolik”.  “Fabrizio aveva un appuntamento, ma non mi disse con chi”, riferisce Andrea Piscitelli. Il pm Palazzi gli chiede se conoscesse Alessandro Capriotti, detto “er miliardero”, nome noto del narcotraffico romano, la cui posizione come mandante dell’esecuzione del leader degli Irriducibili è stata archiviata. Piscitelli junior risponde di “no”, ma ammette di aver pensato anche a Capriotti come responsabile della morte del fratello. Tra i rapporti di Diabolik, quello con Gennaro Senese, fratello del boss Michelle ‘o Pazzo, testimone di nozze di Fabrizio, ucciso a coltellate nel 1997. “Mio fratello conosceva tutti, imprenditori, avvocati”, continua Andrea Piscitelli, ma “io non conoscevo gli affari e le frequentazioni delinquenziali di Fabrizio”. Il nome di Capriotti torna anche nella testimonianza di Rita Corazza, vedova di Diabolik, i cui rapporti con il marito erano piuttosto burrascosi.  La moglie e le figlie di Fabrizio Piscitelli non si sono costituite parte civile.

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