giovedì, Maggio 16, 2024

Processo Piscitelli, assente la figlia di Diabolik

Il primo teste citato dai Pm Ceraso e Palazzi non si presenta. È la figlia maggiore di Fabrizio Piscitelli che giustifica l’assenza con un certificato medico. Si apre così nell’aula bunker di Rebibbia una nuova udienza del processo per la morte del capo ultrà della Lazio. Da Frosinone, dove è accusato dell’omicidio di Shehaj Selavdi, a Roma, unico imputato. Raul Esteban Calderon non salta un’udienza. L’argentino è videocollegato dal carcere molisano di Larino. Per la Procura di Roma è lui il killer, l’uomo travestito da runner che uccide, con modalità mafiose, Diabolik, mentre è seduto su una panchina del Parco degli acquedotti. Il Parco, un ufficio a cielo aperto, dove solitamente Piscitelli dava gli appuntamenti, racconta uno storico amico di Diabolik. Si torna alla giornata dell’omicidio, al 7 agosto del 2019. “Avevo sentito Fabrizio 10 minuti prima che venisse ucciso”, racconta il testimone. “Dovevamo andare a Nettuno per una festa in barca”.  Una ricostruzione con tanti non ricordo: “non ricordo se dovesse venire con noi anche Fabrizio Fabietti”, narcotrafficante e socio in affari del Diablo, riferisce ancora il teste. Poi sui presunti interessi illeciti del leader degli irriducibili è evasivo. “Fabrizio aveva il suo fascino, poteva fare invidia”, dice. Su chi dovesse incontrare Piscitelli quel 7 agosto, nessuna risposta. Il 18 settembre sarà una giornata chiave: verrà ascoltata Rina Bussone, testimone di giustizia, ex compagna e grande accusatrice di Calderon. Si discute sulle modalità di audizione della donna che è entrata nel programma di protezione dal 2021.

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