giovedì, Maggio 16, 2024

Onu: “A Gaza ucciso un bambino ogni 10 minuti”

Gaza, in media, viene ucciso un bambino palestinese ogni dieci minuti (e due vengono feriti). 

Lo ha denunciato su X l’ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, che sui social media ha citato l’Unrwa (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Medio Oriente) per illustrare la portata degli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza. “Children are .NotATarget” (“I bambini non sono un bersaglio”), l’hashtag abbinato a una foto che accompagna il post. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, dall’8 ottobre, giorno in cui è iniziata l’offensiva di Israele nella Striscia dopo l’attacco di Hamas del giorno precedente, sono state uccise quasi 9.500 persone, tra cui 3.900 bambini e oltre 2.400 donne. Le principali agenzie umanitarie delle Nazioni Unite e gli enti di beneficenza internazionali hanno chiesto un immediato “cessate il fuoco umanitario” a Gaza. Lo si legge in una dichiarazione congiunta firmata, tra gli altri, dai vertici dell’Ocha, dell’Unicef, del Programma alimentare mondiale, dell’Oms, di Save the Children e di Care International. Nella nota la situazione di Gaza è definita “orribile” e “inaccettabile”. “Da quasi un mese il mondo osserva l’evolversi della situazione in Israele e nei Territori palestinesi occupati – si legge – con shock e orrore per il numero vertiginoso di vite perse e dilaniate. Secondo le autorità israeliane, in Israele sono state uccise circa 1.400 persone e migliaia sono rimaste ferite. Più di 200 persone, compresi bambini, sono state prese in ostaggio. I razzi continuano a traumatizzare le famiglie. Decine di migliaia di persone sono state sfollate. Questo è orribile”. “Tuttavia, l’orribile uccisione di un numero ancora maggiore di civili a Gaza – proseguono le agenzie umanitarie – è un oltraggio, così come lo è l’esclusione di 2,2 milioni di palestinesi da cibo, acqua, medicine, elettricità e carburante. A Gaza, secondo il Ministero della Sanità, sono state uccise quasi 9.500 persone, tra cui 3.900 bambini e oltre 2.400 donne. Più di 23.000 feriti necessitano di cure immediate negli ospedali sovraccarichi. Un’intera popolazione è assediata e sotto attacco, privata dell’accesso ai beni essenziali per la sopravvivenza, bombardata nelle proprie case, rifugi, ospedali e luoghi di culto. Questo è inaccettabile”.

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