giovedì, Maggio 16, 2024

Aperto al pubblico lo storico studio del regista Ettore Scola

Il MIAC, Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema, luogo immersivo per eccellenza, al centro dei percorsi espositivi di Cinecittà, si rinnova con nuove acquisizioni e una forte impronta al femminile grazie alle opere di Vanessa Beecroft e Anna Di Prospero. Apre poi al pubblico lo storico studio di Ettore Scola e della scenografo Luciano Ricceri, dove sono nati capolavori come Il viaggio di Capitan Fracassa. Diventa possibile visitare su appuntamento il laboratorio di sviluppo in pellicola, tornato a lavorare con produzioni girate, rispettivamente, in 16 mm e 35 mm come Dostoevskji dei Fratelli D’Innocenzo o M Il figlio del secolo di Joe Wright. A presentare queste importanti novità la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia che ha sottolineato il sostegno del MiC al nuovo progetto, mentre il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni ha spiegato come “il recupero del passato vada di pari passo al racconto della cultura di domani, con la presenza di grandi donne artiste che sono anche un esempio per le nuove generazioni”. Il sottosegretario ha annunciato anche due novità: “La serie di ritratti di artisti viventi e una toponomastica legata ai nomi del maestri, come già avviene negli studios americani”. Le opere realizzate appositamente per il MIAC sono otto foto e un video dell’artista Vanessa Beecroft che fanno riferimento alla straordinaria performance VB93, la più imponente della sua carriera, che si è tenuta a ottobre dell’anno scorso con trecento modelle nel mitico Teatro 5 su invito di Cinecittà.  Le opere sono esposte accanto a un nucleo di sculture originali del film La città delle donne, grandi teste femminili che ricordano il genio di Federico Fellini. Sono ventuno le fotografie dell’artista Anna Di Prospero realizzate in occasione della mostra dell’Archivio Storico Luce “La Memoria delle Stazioni”, allestita all’Auditorium Parco della Musica: una modella in rosso, la stessa artista, fa la sua apparizione in luoghi metafisici e astratti, legati appunto alle stazioni ferroviarie delle città italiane.

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