
Ho avuto ustioni al collo e ad un orecchio, mi si sono bruciate le mani. Ho trascorso in terapia due giorni in cui non sapevano se sarei sopravvissuta. E adesso, oltre al danno c’è la possibile beffa.” Monica è una sopravvissuta. Il 2 giugno scorso è rimasta intrappolata nell’incendio del palazzo di via Edoardo D’Onofrio, a Colli Aniene, Roma. Ha affrontato cure difficili. La “beffa” è ritrovarsi quasi sei mesi dopo fuori casa, senza alcun sostegno economico. Sono 24 famiglie a trovarsi nella stessa situazione. Lucia Carusoni nel rogo ha perso il compagno, Antonio D’Amato, unica vittima del rogo. Altre 17 persone rimasero ferite. “I dolori dell’anima non me li toglie nessuno – dice – mi ritrovo a pensare: meno male che posso accorgermene.” Due scale del grande condominio andato in fiamme sono interdette per ragioni di sicurezza, il cantiere per il bonus 110 è sotto sequestro, l’inchiesta è complessa, gli indagati sono 5: l’amministratore del condominio e i responsabili delle ditte impegnate nei lavori di ristrutturazione. La delibera comunale predisposta per aiutare economicamente gli sfollati è ancora bloccata. “Ci sono le firme di tutti quanti: assessori, addirittura il capo di gabinetto Stancanelli, ma manca quella del ragioniere”, spiega Massimiliano Umberti, presidente del IV Municipio. Intanto chi non può rientrare deve pagare l’affitto. E poi c’è un’altra paura. Il superbonus scade a fine anno. l’Assemblea capitolina ha approvato una mozione per chiedere al ministero una proroga, altrimenti i costi per completare i lavori rischiano ricadere sulle vittime dell’incendio. “Vorrebbe dire 40/50mila euro a famiglia”, dicono gli interessati. “Il palazzo rischia di rimanere così, un’opera incompiuta”, aggiungono. “Senza un aiuto economico non ce la facciamo.” “Una situazione di stress che va ben oltre l’immaginabile”, dice Gabriella Masella del Comitato di quartiere di Colli Aniene.