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lunedì, Giugno 17, 2024

Treviso, forse un errore umano dietro la morte dell’operaia restata incastrata in un macchinario

Ci potrebbe essere un errore umano dietro la morte di Anila Grishaj, la 26enne deceduta dopo essere rimasta incastrata in un macchinario nel pomeriggio di martedì presso un’industria alimentare di Pieve di Soligo, nel Trevigiano. Secondo fonti investigative, il macchinario che ha provocato il trauma mortale sarebbe stato azionato inavvertitamente da un collega della vittima. La donna si trovava in una posizione pericolosa, ma nella convinzione che il dispositivo fosse disattivato. La macchina è stata sequestrata. Sul caso procede la procura di Treviso. La giovane, quando è stata trovata, era incastrata nel macchinario dell’imballaggio, schiacciata da un braccio meccanico all’altezza cervicale. Sul posto sono intervenuti immediatamente i carabinieri, i vigili del fuoco e lo Spisal, quest’ultimo incaricato delle indagini.
La Procura della Repubblica di Treviso ha intanto avviato un’inchiesta per l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Le organizzazioni sindacali hanno organizzato mercoledì mattina un sit-in all’esterno dello stabilimento, tra i cui dipendenti non ci sono lavoratori iscritti al sindacato. L’intenzione delle associazioni è comunque quella di chiedere un’assemblea, al fine di affrontare con più attenzione il tema della sicurezza. In mattinata nell’azienda è tornata una delegazione di ispettori dello Spisal. Secondo quanto si è appreso, l’attività produttiva mercoledì mattina è ripresa regolarmente, mentre è rimasto chiuso un locale collegato alla società, ospitato nello stesso stabile, in cui si effettuano attività di ristorazione.

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