domenica, Maggio 26, 2024

Rogo all’ospedale di Tivoli, l’autopsia: una vittima uccisa dal fumo, le altre dallo shock termico

Secondo i risultati dell’autopsia effettuati sulle tre vittime dell’incendio all’ospedale di Tivoli, non solo il fumo, ma anche lo shock termico sarebbe tra le cause di morte. Pierina Di Giacomo, 86 anni, Romeo Sanna, 86 anni, e Virginia Giuseppina Facca, 84 anni, sono i tre pazienti che hanno perso la vita nella notte tra l’8 e il 9 dicembre: uno di loro sarebbe deceduto per il fumo, gli altri due invece per un malore originato dallo sbalzo di temperature durante i soccorsi. Una vicenda che ha scatenato la rabbia dei parenti. Secondo il legale della famiglia Sanna, l’anziano paziente sarebbe stato fatto evacuare dalla medicina d’urgenza di Tivoli così com’era vestito, nonostante la sua età avanzata. Lui, come molti altri pazienti infatti, indossavano solo il pigiama o addirittura un camice leggero. “Pensare che l’indomani sarebbe stato dimesso e a casa lo aspettava la sua famiglia”, ha affermato al Messaggero l’avvocato Lorenzo Marcovecchio. Intanto la Procura di Tivoli continua a indagare per incendio colposo e omicidio plurimo colposo. Sono stati acquisiti i certificati e la documentazione di prevenzione incendi della struttura ospedaliera, per confermare l’ipotesi del malfunzionamento dei sistemi antincendio, sensori di rilevamento dei fumi, porte tagliafuoco e dispositivi di spegnimento. Al termine delle autopsie i corpi verranno restituiti ai familiari. Gli aspetti che le indagini e i rilievi dovranno chiarire sono molteplici. Uno di questi è quello legato all’impianto antincendio del nosocomio. Infatti sembrerebbe che sia i sistemi di auto spegnimento che quelli di contenimento delle fiamme, ovvero le porta tagliafuoco e il sistema d’allarme, non siano entrati in funzione nemmeno quando, oltre ai fumi, si sono propagate anche le fiamme. Un altro aspetto, ancora al vaglio dei vigili del fuoco, è quello relativo al punto da dove si eèsprigionato l’incendio. Se nel cortile del San Giovanni Evangelista, come ha scritto il Messaggero, si era formata una piccola discarica a cielo aperto, da cui è partito il rogo nella notte tra venerdì e sabato, le responsabilità sono da rintracciare nelle società incaricate del conferimento e della raccolta dei rifiuti nell’isola ecologica del nosocomio.Tra di loro c’è anche l’Azienda Speciale all’Ambiente del comune tiburtino (Asa). Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire il puzzle di comportamenti negligenti e incauti che hanno permesso si creasse un cumulo in cui i rifiuti speciali ospedalieri erano tenuti insieme a quelli urbani.

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