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sabato, Giugno 8, 2024

Ischia, evade dai domiciliari: “Con mamma non ci sto, meglio il carcere”

“Con mamma non ci sto, meglio il carcere ai domiciliari”. 

Queste le parole di una 23enne residente a Pozzuoli, collocata agli arresti a casa in attesa del processo, perché trovata dai carabinieri a Casamicciola, sull’isola di Ischia, con un chilo di hashish. La giovane è evasa e si è presentata in caserma chiedendo di essere trasferita in cella. I militari, una volta informata l’autorità giudiziaria, hanno deciso di tenerla nelle proprie camere di sicurezza fino all’udienza davanti al giudice. In occasione della morte di Vittorio Emanuele di Savoia, scomparso a Ginevra all’età di 86 anni, si torna a parlare dei gioielli della corona con una contesa iniziata nel 1946 e che non vede ancora una fine. Come ricostruito nel servizio di “Stasera Italia” in onda domenica 4 febbraio, al momento del loro esilio il tesoro dei Savoia fu affidato dallo stesso Umberto II a Luigi Einaudi, allora governatore della Banca d’Italia. Vengono dunque depositati 6732 brillanti e 2000 perle per un valore che nel 1999 veniva riconosciuto dall’unione monarchica italiana valuta in tremila miliardi di lire. Mentre oggi, come aggiunto nella trasmissione di Retequattro, c’è chi parla di 300 milioni di euro. “Sto chiedendo indietro questo scrigno di gioielli che mio nonno lasciò in Banca d’Italia nel 1946”, spiega Emanuele Filiberto, che sulla proprietà del tesoro non ha dubbi. “Questi gioielli sono privati e personali di casa Savoia – Ha infatti aggiunto – Devono essere restituiti ai loro proprietari e dopo devono essere mostrati agli italiani”. Nessuno aveva stabilito se tali beni preziosi dovessero tornare ai legittimi proprietari o dovessero diventare beni dello Stato, fino al 2022, quando proprio Emanuele Filiberto ne chiese la restituzione. Un braccio di ferro che adesso, con la morte di Vittorio Emanuele di Savoia, potrà essere portato avanti dalle sorelle, le principesse Maria Beatrice, Maria Pia e Maria Gabriella. Tutto inizia quando i militari del nucleo radiomobile di Ischia notano una 23enne che sottopongono a controlli; la giovane risulta incensurata e dice di essere sull’isola per svago, ma il suo atteggiamento e le sue risposte non convincono i carabinieri. Una volta perquisita, viene trovata in possesso di 10 panetti di hashish per un peso complessivo di un chilo; la droga era nascosta nella borsa a tracolla. Ma posta ai domiciliari e quindi trasferita nella sua abitazione di Pozzuoli in attesa del processo. I militari decidono di perquisire l’appartamento poiché lì la ragazza vive con la madre e il fratello già noto alle forze dell’ordine. Si tratta di un ventenne che, a sua volta, stava scontando gli arresti domiciliari; risulta giusta l’intuizione dei carabinieri che nella abitazione trovano e sequestrano una pistola semiautomatica Beretta calibro 7,65. L’arma, che sarà sottoposta agli accertamenti balistici per verificare un suo eventuale utilizzo in fatti di sangue o altri delitti, era nascosta nel vano per l’acqua della macchina del caffè a cialde. Così il fratello viene, in contemporanea, portato in carcere, mentre la sorella viene posta ai domiciliari. La vicenda sembra essersi conclusa ma non passa molto tempo che i carabinieri della stazione di Pozzuoli sentono suonare il citofono della caserma. E’ quella giovane, che, con la consapevolezza di essere evasa, chiede “aiuto”: preferisce il carcere a restare a casa con la madre. “Non andiamo proprio d’accordo, non ci posso stare”, spieg

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