sabato, Aprile 27, 2024

Ardea partecipa alla Giornata internazionale per la lotta all’endometriosi

“Il mese di marzo rappresenta il passaggio dalla stagione invernale a quella primaverile. Tutto rinasce a nuova vita, si rinnova, le piante germogliano ai primi tepori delle giornate che iniziano sempre più ad allungarsi; gli animali in letargo escono dai loro rifugi; la luce si propaga con più intensità e tutto prende un colore diverso e più vivo, rispetto al grigiore della stagione invernale”. E’ quanto dichiara in un comunicato stampa il “Gruppo Sociale Difesa Valori e Diritti 4.0”. “Ed è forse per tutto quanto appena descritto che è stato scelto il mese di marzo, quale periodo in cui indire le giornate internazionali della consapevolezza sull’endometriosi – spiega l’associazione -.  Il passaggio dalla stagione invernale a quella primaverile, dove tutto si illumina delle prime calde luci dei raggi solari che ci accompagneranno verso l’estate, ci piace accostarlo, metaforicamente, al passaggio da uno stato psicofisico ed emotivo di buio, solitudine, chiusura, tristezza, in cui molte donne si sono ritrovate per effetto della patologia che le ha colpite, l’endometriosi, appunto, ad uno stato di consapevolezza e di speranza. Arrivare ad una diagnosi precoce della malattia, di cui non si conoscono ancora oggi le cause, non è facile. Primo, perché serve una grande conoscenza da un punto di vista medico dell’endometriosi. Secondo, perché serve un’equipe multidisciplinare di professionisti con provate esperienze professionali specifiche in questa patologia, che collaborano tra loro e con una consistente attività pregressa nella diagnosi e nel trattamento terapeutico, oltre che chirurgico, delle donne affette da endometriosi. Questa infausta, quanto ancora troppo sconosciuta patologia che, al contrario è molto più diffusa di quanto si possa immaginare, può colpire già in giovane età bambine di 10/11 anni, prima ancora del loro primo ciclo mestruale e solo in Italia ad oggi sono circa 3.000.000 le donne cui è stata fatta una diagnosi certa (190.000.000 in tutto il mondo). Le lacerazioni che si formano non aggrediscono le donne solo nella parte fisica, da un punto di vista organico ma di riflesso, colpiscono anche la loro sfera psicoemotiva, condizionandone fortemente la vita sociale, da quella più intima a quella più allargata delle relazioni in pubblico (scuola, lavoro, ecc.)”.

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