giovedì, Dicembre 4, 2025

Addio a Toto Cutugno, il cantautore de “L’Italiano”: aveva 80 anni

E’ morto Toto Cutugno. A 80 anni appena compiuti a luglio il cantautore si è spento all’ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato. La notizia è stata data dal suo manager Danilo Mancuso, il quale ha spiegato che il cantante “dopo una lunga malattia, si era aggravato negli ultimi mesi”. La notizia della scomparsa di Cutugno è stata diffusa da Carosello Records ed Edizioni Curci in una nota: “A poco più di un mese dal suo ottantesimo compleanno – si legge – ci lascia uno degli artisti italiani più famosi di sempre. Cantautore da oltre 100 milioni di copie, esponente della musica italiana più noto in tutto il mondo, cantautore che ha saputo portare la semplicità e la tradizione della canzone italiana anche all’estero, un artista dalla straordinaria carriera che continuerà a ispirarci e unirci”. Cutugno sarà per sempre ricordato per “L’italiano”, canzone diventata un simbolo del Belpaese anche all’estero, ma nella sua carriera ha firmato numerosissimi successi, vincendo un Festival di Sanremo e arrivando secondo in altre sei occasioni. Ha partecipato, da solista, in coppia o insieme a un gruppo, a 15 edizioni del Festival di Sanremo, vincendolo una volta nel 1980 con Solo noi, giungendo sei volte secondo, una volta terzo e due volte quarto; riguardo a tale manifestazione ha inoltre piazzato nei primi tre posti anche alcuni brani scritti per altri artisti. Nel 1990 ha vinto l’Eurovision Song Contest con il brano Insieme: 1992, secondo dei tre artisti italiani di sempre a riuscirci, dopo Gigliola Cinquetti nel 1964 e prima dei Måneskin nel 2021. È uno dei 5 artisti a detenere il record di partecipazioni al Festival di Sanremo (gli altri 4 sono Al Bano, Peppino di Capri, Milva e Anna Oxa). Nato a Tendola, frazione di Fosdinovo (MS), insieme ai fratelli Rosanna e Roberto, figli di un Sottufficiale di Marina originario di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), Domenico, e di una casalinga, Olga, cresce a La Spezia, dove la sua famiglia s’era stabilita per ragioni di lavoro a pochi mesi dalla sua nascita, e che perciò considererà quale proprio luogo d’origine. Sarà il padre, suonatore di tromba, ad avvicinarlo alla musica; a nove anni suona il tamburo nella stessa banda di La Spezia in cui suona il padre. Il passaggio alla batteria, da autodidatta, avviene poco dopo. A tredici anni partecipa a un concorso regionale dove arriva terzo. Passa poi alla fisarmonica visto che non può permettersi un piano.

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