
“Siamo in prima linea” nella lotta alla mafia, come “dimostra la cattura di Matteo Messina Denaro”, e il “governo vuole continuare a battersi: il 41 bis non si tocca”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, alla cerimonia a Palermo per ricordare i 40 anni dalla strage di via Federico Pipitone. “Non si fa nulla che possa sembrare una marcia indietro rispetto alla lotta contro il crimine organizzato – ha aggiunto – io sono ottimista perché gli italiani stanno dalla parte delle forze dell’ordine, della magistratura, dello Stato”. “Rocco Chinnici ci ha insegnato come combattere la mafia. Noi continueremo su questa strada. Confermiamo il 41 bis e tutta la legislazione che ci ha permesso di raggiungere risultati positivi. Nessuna marcia indietro. Lo dobbiamo alle nuove generazioni”. Così Tajani davanti alla lapide che ricorda la strage di mafia che 40 anni fa costò la vita al giudice Rocco Chinnici, al maresciallo Mario Trapassi, all’appuntato Salvatore Bartolotta. Perse la vita anche Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile in cui viveva Chinnici, in via Pipitone Federico, dove fu fatta esplodere un’auto imbottita di tritolo.
Chinnici fu il padre del pool antimafia che coinvolse anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Alla commemorazione di stamani erano presenti i figli del giudice Giovanni e Caterina, europarlamentare del Ppe. Hanno partecipato alla cerimonia anche il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, il presidente della Regione Renato Schifani, il prefetto Maria Teresa Cucinotta, il questore Leopoldo Laricchia, il sindaco Roberto Lagalla, Maurizio De Lucia, procuratore capo, Lia Sava, procuratrice generale. Cento ragazzi sono stati denunciati per aver violato i sigilli alla casa dell’assassino di Michelle Causo, la 17enne che dopo essere stata uccisa è stata abbandonata accanto a un cassonetto dei rifiuti nel quartiere Primavalle, a Roma. I giovani hanno tutti tra i 15 e i 18. La violazione dei sigilli all’abitazione del ragazzo è avvenuta mentre si stava svolgendo l’iniziativa indetta dal “Comitato Torrevecchia Primavalle” in ricordo della 16enne. Mentre si stava tenendo il corteo in ricordo di Michelle, improvvisamente il gruppo di ragazzi si è radunato per le vie del quartiere per poi raggiungere l’abitazione del ragazzo arrestato per l’omicidio. Arrivati lì, alcuni dei ragazzi hanno aperto con violenza il portone della palazzina, per poi, una volta entrati in casa, forzando i sigilli, danneggiare l’appartamento. Identificati, i giovani sono stati denunciati.






