domenica, Dicembre 7, 2025

Addio a James Senese, leggenda del jazz e simbolo di Napoli: si è spento a 80 anni dopo un mese di ricovero

di Alessandro Ceccarelli

La musica italiana perde una delle sue voci più autentiche, intense e inconfondibili. James Senese, sassofonista, cantante e anima del Neapolitan Power, è morto oggi all’età di 80 anni all’ospedale Cardarelli di Napoli, dove era ricoverato da circa un mese nel reparto di rianimazione a causa di una grave polmonite. Le sue condizioni, già compromesse da diversi giorni, si sono aggravate nelle ultime ore, fino al decesso. Nato il 6 gennaio 1945 nel quartiere di Miano, Senese portava nel sangue due mondi: l’Africa e l’America di suo padre, soldato afroamericano sbarcato a Salerno nel 1943, e la Napoli popolare e ferita di sua madre, Anna. Cresciuto in una periferia napoletana difficile, tra povertà, pregiudizi e la voglia di riscatto, si definiva “figlio della guerra” come la Tammurriata nera (una canzone del 1944 il cui testo raccontava il “meticciato” tra napoletani e militari statunitensi): il giovane James trovò così nella musica una via di salvezza. A sette anni restò folgorato da una copertina del leggendario jazzista John Coltrane: “Mamma mi disse: guarda, è come tuo padre. In quell’uomo col sax ho riconosciuto la mia storia”. Nei vicoli di Miano, Senese trasformò le ferite dell’infanzia e la complessità delle sue origini in musica, portando in Italia un suono nuovo, potente e contaminato: un mélange di jazz, funk, blues e melodia napoletana. Con i Napoli Centrale, fondati insieme a Franco Del Prete nel 1975, Senese ha dato vita a un progetto musicale unico, capace di unire il linguaggio del jazz con il dialetto e la denuncia sociale. Brani come Campagna, ‘A gente ‘e Bucciano, O nonno mio e Simme ‘e Napule paisà restano pietre miliari della musica italiana degli anni ’70. Nel corso della sua lunga carriera ha collaborato con giganti come Pino Daniele, con cui condivideva una profonda amicizia e una visione comune della musica come strumento di libertà e identità. Il suo sax ha accompagnato alcune delle pagine più memorabili del sound napoletano moderno, da Terra mia a Nero a metà. Negli ultimi anni, nonostante l’età, James Senese non aveva mai smesso di suonare. Con la sua inconfondibile voce roca e il sax sempre in spalla, continuava a calcare i palchi italiani ed europei, portando in tour l’energia e la passione di una vita dedicata al ritmo e alla verità. Il suo ultimo lavoro, James is back, era un inno alla resilienza, un manifesto del suo spirito indomito. Napoli oggi piange uno dei suoi figli più grandi, un artista che ha saputo cantare la città con il cuore e con l’anima, portando il suo suono nel mondo e restando sempre fedele alle sue radici. Le note del suo sax, che sapevano alternare rabbia e poesia, continueranno a risuonare nelle strade di Napoli e nei ricordi di chi ha amato la sua musica senza tempo.

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